giovedì 7 febbraio 2019

SAAMI (una volta detti LAPPONI): CULTURA ARTICA EUROPEA




  • Famiglia Sami tra 1890 e 1900: i  lavvu sono ripari a tenda simili ai  tipi degli amerindi del Nord.
  •  Digital ID: (digital file from original) ppmsc 06257 http://hdl.loc.gov/loc.pnp/ppmsc.06257 
  • Reproduction Number: LC-DIG-ppmsc-06257 (digital file from original)
  • Repository: Library of Congress Prints and Photographs Division Washington, D.C. 20540 USA http://hdl.loc.gov/loc.pnp/pp.print
Famiglia Sami dinanzi ad altro ricovero chiamato goahti (1870 circa)
stampa ad albume 21,7x17 cm (AndreasPraefcke/Gallery)
Aurora boreale


Allevamenti di renne sia intensivi sia estensivi: si mangia la carne dei maschi (macellati in autunno, dopo la stagione degli accoppiamenti) mentre le femmine sono destinate alla riproduzione
.
Nemici delle renne sono linci e ghiottoni, ci diceva un Sami

Buona la zuppa di renna, soprattutto in un goahti, al fuoco che asciuga e illumina le lunghe notti polari














Nella contea di Troms, dal 23 novembre al 18 gennaio compresi, il Sole non sorge al di sopra dell'orizzonte: tutte le foto sono scattate in luce crepuscolare o al buio.








Zuppa cremosa di renna


Tromsø (in sami Romsa) è una città della Norvegia settentrionale situata nella contea di Troms: è un ottimo punto di partenza (69° 40' N, 18° 58' E) per chi va a caccia fotografica di aurore boreali, per chi vuole avvicinare la cultura Sami. 


achille miglionico








domenica 25 febbraio 2018

CI HA LASCIATI FOLCO QUILICI, un ULISSE imperituro




Folco Quilici è stato un documentarista, esploratore e scrittore italiano, attivo nella divulgazione naturalistica fin dagli anni Cinquanta del XX secolo. E' stato per l'Italia quello che è stato Jacques-Yves Cousteau per la Francia.


"Tutta la vita ho viaggiato per dimenticare il mio inconscio - aveva detto in una intervista a Repubblica - Certo, non è la stessa cosa immergersi in una vasca da bagno e in un mare infestato dagli squali. Se l'ho fatto è stato esclusivamente per dare un'emozione a chi quelle cose le ha sempre sognate senza averle mai viste. Parlo degli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi ci interessa meno il meraviglioso, l'inedito, l'irraggiungibile. Pretendiamo però di salvare il pianeta. Comodamente seduti in poltrona!" .



Il Ministro Franceschini: «Sempre avanti rispetto ad altri» 


«Con Folco Quilici se ne va una delle figure più importanti del giornalismo, del documentarismo e della cultura italiana. Un pioniere in tutti i progetti che ha avviato, sempre anni avanti rispetto agli altri, un italiano innamorato del proprio paese e un ferrarese innamorato della propria terra in cui era l’erede della grande tradizione giornalistica del padre Nello». Così il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ricorda il documentarista e scrittore morto oggi. «Ci mancherà - sottolinea Franceschini - ma i suoi lavori resteranno per sempre come guida e insegnamento per le giovani generazioni». 
Verissimo. 

Ci mancherà molto. Ha influenzato le nostre vite giovani e non più giovani.

Di lui conserviamo documentari di grande interesse etnografico, la biografia ineccepibile, le sue Opere,  il suo sapere "eco-centrico". Non dimenticheremo  il suo sorriso, sempre sereno tra qualche ruga. Come quello grato dell'amerindio che  cavalca la Natura e ringrazia ogni giorno il Grande Spirito.(am)

martedì 20 dicembre 2016

Steve McCurry. Senza Confini 28 ottobre 2016-12 febbraio 2017 al PAN di Napoli


Steve McCurry. Senza Confini
28 ottobre 2016-12 febbraio 2017 al PAN
di Napoli


Sarà perché condividiamo entrambi la data di nascita (negli anni Cinquanta ahinoi), sarà perché concordiamo naturalmente sul valore storico e culturale  della arte fotografica sin dal tempo dell’analogico (la pellicola fotografica); sarà perché, abbiamo subito il fascino della transizione al digitale ma il Maestro, Steve McCurry  penetra l’atto percettivo espandendolo e lo rende sublime elaborazione mentale. Per me è un fotografo "empatico". Se Henry Cartier-Bresson mi induce una genuflessione di riverenza, con "Steve" mi sento come "a casa", me lo vedo dinanzi ad una birra oppure mi immagino con lui in un fuoristrada nell’atto di percorrere in lungo e largo paesaggi naturali ed etnici. 
L’ Autore cattura comunque a livello transgenerazionale: alle sue mostre corrono anche le giovani generazioni, sempre attivamente presenti. Il maestro è capace di immaginare e costruire con grande precisione progettuale set luminosi di scatti memorabili (si pensi allo scatto della locomotiva a vapore in India p.e. che è uno scatto meditato) ovvero padroneggia le istantanee, ove occorra. Nelle istantanee emerge l’istinto del fotoreporter di guerra, quella capacità di inseguire  eventi minacciosi e saper raccontare grandi eventi con semplicità emozionale. Lui  era presente per caso nella sua NYC, alla tragedia delle Torri Gemelle, l'11 Settembre: ancora in preda al jet lag, ha impugnato la macchina  è sceso nella bolgia infernale, nelle strade, tra polvere e morte, esponendosi - come in ogni teatro di guerra che ha testimoniato.   McCurry è attivo da oltre quaranta anni ed ha ancora tanto da donarci. 
Partì giovane e armato solo di zaino e fotocamera: travestito con abiti tradizionali, ha attraversato il confine tra il Pakistan e l'Afganistan, controllato dai ribelli poco prima dell'invasione sovietica. Quando rientrò, portò con sé rotoli di pellicola in B/N (che non ama particolarmente) cuciti tra i vestiti. Quelle immagini, che sono state pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto al mondo intero. Vinse la Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad, che premia fotografi che si sono distinti per inusuale coraggio e per le loro imprese. McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Irak, Beirut, in Cambogia, nelle Filippine ecc. Il lavoro di McCurry è spesso legato alla prestigiosa rivista National Geographic Magazine. McCurry è membro della Agenzia Magnum dal 1986. 





Il progetto espositivo è stato attentamente curato da Biba Giacchetti – che ha curato anche un bel libro, Steve McCurry, Icons, della Sudest57. L'esposizione propone un itinerario nel mondo di McCurry, dall'Afghanistan all'India, dal Medio

Oriente al Sudest asiatico, dall'Africa a Cuba, dagli Stati Uniti all'Italia, attraverso immagini, in cui la presenza umana è sempre protagonista, anche attraverso vetri ed ombre. Nel suggestivo allestimento di Peter Bottazzi (bellissime le scale scomposte ed articolate come pagine lignee) questa umanità ci viene incontro con i suoi sguardi di paura, di fierezza, in  una sorta di caleidoscopio ove plurime età, culture, etnie, si miscelano nell’album della vita globale. E  McCurry è sicuramente l’Artista della globalità, colui che si nutre della diversità attraverso una sonda empatica. 

“La mostra propone infine a tutti i visitatori una audioguida in cui McCurry racconta i suoi scatti in prima persona, con appassionanti testimonianze e alcuni filmati dedicati ai suoi viaggi, all'avventura della sua vita e della sua professione. Per conoscere meglio il suo modo di fotografare, ma soprattutto la sua voglia di condividere la prossimità con la sofferenza, con la gioia e con la sorpresa.”








Una mostra imperdibile che si terrà sino al 12 Febbraio 2016 in Via dei Mille. Buona Napoli.(am)







domenica 22 maggio 2016

A CASO

Vesuvio da Pompei

Guida giapponese in Grecia

Pompei



Museo di Olimpia

Strada romana (Pompei)

Assuan: mausoleo dell'Aga Khan

sabato 23 aprile 2016

PAESAGGI

Patagonia argentina

Mollusco solitario

Lago Argentino

Nilo egiziano: il trasportatore

Egitto: danzatore derviscio

Engadina (CH)

venerdì 22 aprile 2016

B&W: SALTI TEMPORALI

Madrid: Tempi tolemaico

Nilo: Assuan

Barcelona: tra la folla

Nilo

Pompei

Madrid

Cuba: la Santera
Trani: jam session (Guido Di Leone)

Trani: Tempi di Giano