giovedì 6 marzo 2014

Un Grande Fotografo italiano:Ferdinando Scianna

Uno della MAGNUM: Ferdinando Scianna ed il punctum di Barthes.


Ferdinando Scianna

Roland Barthes

Nato a Bagheria, in Sicilia il 4 Luglio 1943. Si è occupato di moda, reportage, ritratto. Il suo primo lavoro lo realizzò su feste religiose della Sicilia nel 1966.Ferdinando Scianna ha collaborato con L'Europeo, di cui fu corrispondente da Parigi ed entrò nella Agenzia Magnum dal 1987.  Da buon vecchio studente di Lettere e Filosofia, da uomo sempre circondato da scrittori (Leonardo Sciascia in primis, Manuel Vazquez Montalban), artisti di primo piano, imprenditori creativi (come Dolce e Gabbana di cui curò le campagne pubblicitarie nella seconda metà degli Ottanta), ha una visione  ampia dell'arte ed eloquenza raffinata e compiuta che non nasconde quando intervistato.
Giocando sulla etimologia della parola "fotografia" si chiede se fotografia significa "scrittura di luce", nel qual caso è la natura stessa la scrittrice che scrive e descrive; ma se si pensa alla fotografia come a "scrittura con la luce", allora è il fotografo lo scrittore. Bisogna "considerare la fotografia come una struttura del racconto e della memoria".

« È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e - in definitiva - al suo stile. »
(Leonardo Sciascia)

Magnum Photos
 venne fondata, come è noto, nel 1947 da Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour e William Vandivert, tutti Autori convinti della portata della fotografia nel documentare il mondo al mondo.

Roland Barthes (1915-1980) è stato un saggista, critico letterario, linguista e semiologo francese, fra i maggiori esponenti della critica francese di orientamento strutturalista.
Roland Barthes - Semiotica & Foto - individua nella foto due elementi fondamentali, studium e punctum. Lo studium è la parte che investe l'interessamento generale, la parte non-curante dello spettatore, il suo semivolere; informa, invoglia, "procura piacere al soggetto". Il punctum è "quella fatalità in quale essa mi punge", queste le parole di Barthes; quel particolare della foto che mi rende tale foton diversa dalle altre. Il punctum " fa godere lo spettatore". Si potrebbe dire da un altro punto di vista che il punctum è un perturbante caotico, qualcosa di imprevisto che muta il sistema in cui si appalesa. Scianna indica una sua foto per far comprendere la concezione di Barthes: 

Marpessa, Modica, F. Scianna, 1987.
Il punctum è rappresentato nell'ovale: quelle scarpe orientate in maniera imbarazzata ed infantile:


Ecco il perturbante che quasi firma una immagine indimenticabile, altrimenti solo una buona foto senza il punctum. Lo studium  è l'aspetto razionale, e si manifesta quando il fruitore si pone delle domande sulle informazioni che la foto gli fornisce (costumi, usi, aspetti); il punctum è l'aspetto emozionale, lì dove lo spettatore viene irrazionalmente spinto da un dettaglio particolare della foto. Gli altri elementi della "Camera chiara" sono l' operator, colui che scatta la foto; lo spectator è il fruitore dell'opera;  spectrum il soggetto immortalato. Si ricorda che Barthes contrapponeva la Camera chiara (Chambre claire) alla camera oscura, il luogo delle elaborazioni delle immagini basate sulla tecnologia chimica. Il termine "camera chiara" fa riferimento ad un apparecchio antecedente alla fotografia che permetteva di disegnare attraverso un prisma, avendo un occhio sul modello e l'altro sulla carta.


In questo senso la fotografia manifesta tutta la sua esteriorità, ma anche la sua interiorità misteriosa, impenetrabile, non rivelata. (Roland Barthes, La camera chiara, paragrafo 44). Oggigiorno si tende a parlare di camera chiara per indicare il luogo di elaborazione digitale delle immagini (postproduzione). (achille miglionico)



giovedì 20 febbraio 2014

Trasporti aerei per fotografi e l'atteso obiettivo full-frame AF-S NIKKOR 35mm f/1.8G.


Presentato alla fiera di Las Vegas ed immesso in vendita da metà Febbraio è finalmente disponibile il nuovo Nikkor AF-S 35 mm f/1,8 G. Le ottiche a focale fissa rappresentano una buona scelta per chi cerca qualità a prezzi accessibili e una certa trasportabilità. Nei viaggi estremi o lunghi, comunque non "dedicati" (cioè non so cosa mi serva nello specifico) con cambi di aerei e mezzi da cambiare, portarsi con sé validissimi e luminosi obiettivi zoom tra 25mm e oltre 100 mmm è rassicurante ma è una soluzione troppo "pesante": uno zoom che pesa oltre 700 g. può divenire un problema di maneggevolezza e di trasporto. Il magnifico e costoso Nikkor AF-S 24-70/2,8 G ED pesa 900 g. per  intendersi.

Nikkor AF-S 24-70/2,8 G ED
 

Nikkor AF-S 70-300/4,5-5,6 G VR IF-ED
Oggigiorno con le crescenti limitazioni di peso a bordo e fuori bordo, imposte dalle aviolinee, non è facile destreggiarsi quando bisogna trasportare e vigilare attrezzature fotografiche. Per chi debba fare un reportage in Africa con cambi paesaggistici dall'urbano alla savana significa portare con sé un tele spinto (sino e oltre 500 mm) che pesa di per sé  sopra il chilogrammo e mezzo: p.e. io uso per gli animali il valido e testato Sigma SIGMA 150-500/5-6.3 APO DG OS HSM che pesa ben 1910 g.( il che non è uno scherzo in viaggio). Un tale zoom non può certo essere usato come tele non spinto, p.e. a 150 mm in quanto non è agevole da manovrare a mano libera malgrado il sistema di stabilizzazione intrinseco. Dunque bisogna portarsi anche un tele come   il Nikkor AF-S 70-300/4,5-5,6 G VR IF-ED (peso: 745 gr). Alla fine nel bagaglio da cabina uno dovrebbe portare tra corpo macchina e obiettivi oltre 5 Kg, senza calcolare un notebook (almeno un Kg). E gli accessori? Da brivido. Importante alleggerirsi, dunque. Per esempio il 150-500 mm può essere sostituito dal 70-300 con duplicatore (un'altra spesa).
come portare tutta l'attrezzatura in viaggio?

E poi per la strada ed i panorami cosa fare? Ecco che secondo me bisogna avere a corredo anche una ottica fissa da 35 mm, un tuttofare luminoso e leggero da tenere sempre attaccato al corpo macchina (gli zaini ballano ferocemente tra mani e spalla, soprattutto nel fuoristrada). Prima disponevamo solo di obiettivi FX (per formato full-frame) assai costosi. Non è più così da Febbraio 2014. Nikon durante la fiera di Las Vegas ha presentato una novità per la sua gamma di ottiche, l'obiettivo AF-S NIKKOR 35mm f/1.8G. Si tratta di un'ottica FX, studiata per equipaggiare le reflex full frame (dove offre un angolo di campo di 63°), ma naturalmente può trovare utilizzo anche sulle fotocamere con sensore in formato ridotto DX APS-C, dove diventa un 'normale' 52 mm circa.
AF-S Nikkor 35 mm

Al momento di scrittura il nuovo obiettivo, che  va ad affiancarsi alle proposte già in gamma (AF-S NIKKOR 28mm f/1.8G, AF-S NIKKOR 50mm f/1.8G e AF-S NIKKOR 85mm f/1.8G), completando la gamma di focali coperte. Il prezzo USA è di circa 600 dollari. In Italia costa sopra 500 euro, previa ordinazione (disponibile presso Ottica Fiorito di Bari). Per la prova sul campo vi faremo sapere.
 (achille miglionico)

venerdì 17 gennaio 2014

LIBRI DI FOTOGRAFIA 2013


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IL FOTOGRAFO DI AUSCHWITZ di Luca Crippa e Maurizio Onnis (Piemme Voci) con sedici pagg. di documentazione fotografica….L’austro-polacco Wilhelm Brasse viene internato con il numero 3444  per essersi rifiutato di arruolarsi nella Wehrmecht: si salva dalla morte in quanto è un abile fotografo e la  narcisistica arroganza dell’apparato nazista esige di identificare e immortalare lo sterminio. Egli fotografa cinque anni di atrocità e di morte ed è costretto a  collaborare con il vampiresco dottor Josef Mengele. Alcune foto arriveranno alla Resistenza per far sapere al mondo. Perché il mondo deve sapere e deve ricordare.    


     


Dedicato ai Fotografi più che alle fotografie è il volume di interviste di Mario Calabresi A OCCHI APERTI. Foto che raccontano la Storia o la Storia fissata in una foto. Il giornalista, direttore de La Stampa e figlio del commissario Luigi, assassinato da Lotta Continua nel 1972 (quando Mario aveva due anni) incontra negli anni Steve McCurry, Josef Koudeka, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin, Sebastiao Sagado. Il libro, destinato ai fotografi ed a tutti quelli che rispettano la storia, è stato scritto “nei cinque mesi in cui il giornalista de La Stampa Domenico Quirico era sequestrato in Siria”.